IV° Estratto – Inganno P.Roth

Pubblicato: 1 Maggio 2009 in Senza categoria

        
Una delle ingiustizie dell’adulterio è che
quando paragoni il tuo amante a tuo marito l’amante non lo vedi mai in quelle
situazioni terribilmente squallide, mentre litiga per la verdura o fa bruciare
il toast o si dimentica di fare una telefonata o imbroglia qualcuno o si fa
imbrogliare da qualcuno. Tutte queste cose, secondo me, la gente le tiene
deliberatamente fuori dalle relazioni amorose. Sto generalizzando sulla base di
un’esperienza piccola piccola, siamo prossimi a zero. Ma penso che facciano
così. Perché se non lo facessero sarebbe un tormento. A meno che non ti attiri
l’idea di avere due scenari di conflittualità domestica e di passare dall’uno
all’altro in continuazione.

        
È vero, con l’amante la vita di tutti i giorni
passa in secondo piano. La sindrome di Emma Bovary. Nel primo impeto della
passione di una donna, qualsiasi amante è Rodolphe. L’amante che le fa gridare
a se stessa: «Ho un amante!» «Una sorta di seduzione permanente» la chiama
Flaubert.

        
Quel libro è il mio manuale.

        
Qual è la parte che ti piace di più?

        
Oh, le situazioni più tremende, naturalmente.
Quando lei alla fine corre da Rodolphe per chiedere soldi, quando lo supplica
di darle tremila franchi per salvarla e lui risponde: «Non li ho, cara
signora».

        
Dovresti leggerne un po’ ad alta voce a tua
figlia, ogni sera, quando va a dormire. Flaubert è una buona introduzione agli
uomini, per una ragazza.

        
«Non li ho, cara signora». Meraviglioso.

        
Dicevo sempre ai miei studenti che non c’è
bisogno di tre uomini per passare attraverso tutto il calvario che percorre
lei. Di norma uno basta e avanza, sia nella parte di Rodolphe che in quella di
Léon e poi in Charles Bovary. Prima il rapimento e la passione. Tutti i
voluttuosi peccati della carne. Sua schiava. Totalmente stravolta. Dopo la
torrida scena d’amore nel suo castello, passi il suo pettine fra i capelli
eccetera. Un amore quasi insostenibile con l’uomo perfetto, che ha un modo
meraviglioso di fare ogni cosa. Poi, col tempo, il fantastico amante si erode e
si trasforma nell’amante di tutti i giorni, l’amante prosaico, e diventa un
Léon, nient’altro che uno scarpegrosse, dopotutto. Comincia la tirannia del
reale.

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